Le scorte in casa sono finite, sicchè si compie uno degli altri riti che scandiscono il passaggio dei miei giorni : la spesa alla Coop. Quasi sempre intorno alle 19,30 quando molte delle insalate sono state devastate e per il pane devi fare a botte.
Di lunedì, stavolta.
E' un'esperienza quasi allucinata nel senso che mi muovo fra i corridoi automaticamente un pò come i carrelli in quei magazzini in cui non ci sono più operai ma solo macchine. Per aumentare l'efficienza, si dice. Comunque quando faccio la spesa non penso e sinceramente non guardo neanche troppo chi ho intorno.
Mi sento chiamare e vedo che era Renzo.
L'ho conosciuto circa 10 anni fa : era un borsista, ricercatore o chissà cosa nel laboratorio dove facevo la tesi. Mi aiutò un sacco, non solo per gli aspetti tecnici ma essendomi anche umanamente vicino nei momenti in cui in preda a deliri schizzofrenici il professore mi trattava un giorno come un figlio e il giorno dopo come una merda. Chissà, ai professori universitari questo è concesso come cosa normale. Anzi ci si aspetta quasi un atteggiamento così, alla Sgarbi direi.
Stava pure lui a Pistoia (il laboratorio era a Firenze) e quando gli orari coincidevano mi portava a casa, offrendosi sempre spontaneamente tanto per dire.
Devo a lui il fatto di aver ripreso a masticare qualcosa di informatica perchè essenzialmente 8 anni passati ad ingegneria - col servizio civile e la tesi , d'accordo ... - sono serviti soprattutto a farmi dimenticare le uniche cose in cui ero veramente bravo.
Della tesi che ho scritto devo più a lui che a coloro che in qualche modo compaiono come relatori, correlatori, alfieri, regine, cavalli o pedoni. Ma lui non ci volle comparire in quella lista. Per non fare spregio all'ineluttabile volere del sopracitato "Sgarbi". Perchè un pò lo temeva e un pò era tenuto per le palle, come tutti i precari di questo mondo, nelle università e no. E quella forse fu la sua unica colpa. Che però per il mio modo di vedere fu piuttosto grave.
Ci siamo persi di vista e ci siamo ritrovati per due minuti. Si vedeva che gli faceva piacere avermi ritrovato e direi che lo stesso sia stato per me. Ho avuto anche l'idea di chiedergli se c'era verso di collaborare con l'università : sapete i corsi di commerciale qualche scoria me l'hanno lasciata.... Ma non l'ho fatto e direi che ho fatto bene.
Il lavoro divide e davvero non ne vale la pena.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento