La recente e sofferta vittoria degli stati uniti sulla spagna nel basket alle olimpiadi mi dà modo di riflettere su un tema che mi è sempre stato, cosme si suol dire, sulla punta della penna ma che per un motivo o per l'altro non era mai caduto sul foglio.
L'argomento è quello della presunta necessità per l'italia di introdurre il fantomatico modello inglese in vari ambiti ma in particolar modo quello sportivo (combattere la violenza negli stadi, fair play etc...) e politico/sociale (bipolarismo, privatizzazione massiccia della pubblica amministrazione etc...) al fine - altrettanto fantomatico - di "migliorare le cose".
Sì, insomma l'idea di base è che "qui un sacco di cose non vanno .... bisognerebbe copiare di più dagli inglesi".
Il mio parere è che a forza di voler copiare gli inglesi ci siamo persi l'occasione di guardare chi ha fatto veramente dei passi da gigante e che ora giustamente guarda noi ed altri paesi del terzo mondo dall'alto in basso : la Spagna.
Ammetto di avere un debole per questa nazione e per la sua gente, non solo perchè quello in Spagna è stato il mio primo viaggio all'estero in condizioni quasi pionieristiche quando io ed i miei compagni di viaggio avevamo la tenera età di 17 anni.
Beh, allora ricordo che visitammo un paese che "sembrava l'italia, diciamo con una ventina d'anni di arretrati e un pò più povero". Della Spagna credo si conoscevano le imprese calcistiche del Real ma poco altro. Da un certo punto di vista (sbagliando d'accordo ... risparmiatemi la palla del giusto atteggiamento di confrontarsi con le culture diverse, ok?) guardavamo quella gente dall'alto in basso, come quando ad esempio in uno pseudo centro commerciale mi misi a giocare con un PC dove era installato l'Autocad 2.17b e la gente mi guardava come se fossi un alieno.
Tanti anni sono passati da allora e la mia più recente visita in Spagna è alla fine non così recente, ovvero risale a tre anni fa. L'impressione però è che la Spagna in questo periodo abbia fatto quel che avremmo dovuto fare noi se non ci fossimo persi in tanti tentativi di scopiazzare modelli che non c'entrano niente.
Ha mantenuto le sue radici e ha cambiato con giudizio sorpassandoci da tutti i punti di vista. L'impressione è quella che in Spagna si viva e ci si diverta meglio, si abbia un rapporto più sereno con la classe politica (Eta a parte, intendo, ma quella mi pare un'altra storia, noh?) e lo sport sia migliore sia per risultati che per partecipazione popolare.
Questo è quanto, almeno per me.
Concludo con le immortali parole di Fantozzi (dette nello specifico a proposito della mitica corrazzata Potiomkim o come cavolo si scrive):
"Per me il modello inglese .... è una cagata pazzesca!"
Anche se qui pare che sia pieno solo di gente che 'sta a 'sbavà sui posterre della Taccher...
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1 commento:
Ho alcuni dubbi.
Leggo in questi giorni che anche Zapatero manda l'esercito nelle città spagnole per renderle più "sicure" dal pericolo immigrati.
Gli affitti sono alti come nelle nostre città.
Il lavoro è precario e pagato poco, come mi raccontava un'amica di ritorno da un'esperienza professionale poco appagante evidentemente.
Certo, sono elementi insufficienti, né sono in grado io di fare un'analisi seria.
Dalla loro gli spagnoli hanno un rapporto con la politica molto peculiare. Una tradizione anarchica ed anticlericale che in Italia non s'è vista nemmeno durante il biennio rosso. Vorrà dire qualcosa se, dopo l'attentato dell'11 marzo a Madrid, mandarono a casa Aznar che aveva raccontato un monte di frottole e scesero in massa in tutte le piazze delle principali città.
Un amico mi raccontava che Zapatero era molto insulso ma parve meglio di un bugiardo guerrafondaio. E come dargli torto...
Eta a parte, ovviamente.
La stessa mia amica delusa sul piano lavorativo mi ha detto che ha avuto una rinascita di socialità che le mancava da molto, in Italia.
Staremo a vedere.
Besos, nel mentre
P.
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